ACIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA N.2/2019
Ancora una volta parliamo di immagini di minori
Editoriale di Anna Armone, Direttore responsabile
Esperta in Scienza dell’Amministrazione Scolastica
Mi capita spessissimo, per non dire sempre, durante i seminari sulla tutela della Privacy, di sentirmi dire quanto è anacronistico il tentativo di proteggere i minori attraverso un uso limitato dei loro dati, immagini comprese. Il mondo fuori non pone limiti e non vogliono limiti né i ragazzi né i loro genitori.
Eppure dallo stesso Garante vengono richiamati i rischi per la democrazia determinati dalla crescita degli Over-The-Top, che hanno acquisito poteri che assumono sempre più caratura sociale e che finiscono per concorrere col diritto che regola le relazioni tra gli Stati. I dati (propri e dei propri «amici») ceduti dai social alle app per fini di marketing politico, il cyberbullismo, le immagini dei minori vendute o violate, l’hate speech, l’oblio, le fake news, le intercettazioni e la cronaca giudiziaria, la libertà del lavoratore, il testamento biologico, la cyber-security, l’intelligence, la trasparenza, la tutela del consumatore e i big data. Sono, questi, solo alcuni aspetti del rapporto tra uomo e tecnica, la vita e la rete, diritto e potere.
La libertà di ciascuno è insidiata da forme sottili e pervasive di controllo, che noi stessi, più o meno consapevolmente, alimentiamo per l’incontenibile desiderio di condividere. Da qui la necessità di una regolamentazione che sia costantemente al passo coi tempi. Un’impresa tutt’altro che semplice, ma non c’è alternativa: il processo di connessione di tutte le cose deve essere governato con lungimiranza per minimizzare i rischi (Soro, Presidente Autorità Garante Privacy).
Vedo costantemente lo sforzo che dirigenti e docenti fanno per trovare una via d’uscita alle strettoie normative che il nostro legislatore ha ulteriormente puntualizzato. L’art. 2-ter del Codice della Privacy precisa, ancora meglio del regolamento UE, qual è la base giuridica per il trattamento dei dati da parte della PA: La base giuridica prevista dall’articolo 6, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (trattamento dei dati per l’esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse) e’ costituita esclusivamente da una norma di legge o, nei casi previsti dalla legge, di regolamento.
Che bisogno c’era di puntualizzare nel nostro Codice un passaggio già contenuto nel Regolamento UE al punto su richiamato? Il nostro legislatore ha voluto descrivere chiaramente quali sono i limiti della comunicazione e della diffusione di dati trattati per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico. Senza scendere nel dettaglio, voglio richiamare, in quanto strettamente connesso, l’art. 96 del Codice, riproposto nella stessa forma del vecchio codice, tranne per quanto riguarda l’eliminazione del riferimento alle scuole di istruzione secondaria di secondo grado. è un articolo di grande importanza perché contiene due eccezioni, una positiva, una negativa. Il primo comma richiama l’unico caso di diffusione di dati di studenti, possibile solo a richiesta degli interessati e concernente la possibilità di comunicazione e diffusione di dati relativi agli esiti e altri dati comuni degli studenti ai fini dell’orientamento, della formazione e l’inserimento professionale, anche all’estero.
Durante la fase di approvazione del d.lgs. 101/2018 che ha adeguato il Codice al Regolamento UE, un’associazione professionale di dirigenti scolastici ha chiesto l’integrazione dell’articolo in questione con la possibilità di pubblicare, a seguito di puntuale e approfondita valutazione, immagini sul sito web della scuola. Tale richiesta non è stata accolta. Il secondo comma dell’articolo prevede l’unica eccezione alla prescrizione della l. 69/2009 sulla pubblicità legale dei provvedimenti amministrativi che deve avvenire esclusivamente tramite l’albo online. Il secondo comma citato prevede che gli esiti di scrutini ed esami debbano essere “affissi”all’albo della scuola, con un’evidente intento di protezione dei dati.
Se queste sono le premesse, quale può essere la giustificazione per la pubblicazione di immagini di minori riconoscibili? è la riconoscibilità l’elemento di rischio, unitamente alla possibilità di utilizzo delle immagini per fini illeciti. Consiglio di leggere il pezzo di Nicoletta Tomba nel corpo di questo numero della rivista.
Apriamo il numero della rivista con il saggio di Francesco Nuzzacisull’autonomia differenziata in materia di istruzione. La richiesta di tale forma di rinforzo dei poteri regionali, avanzata da tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) ha aperto un acceso dibattito nel Paese sulle conseguenze di tale azione. Nuzzaci esplora a fondo la tematica nei suoi effetti possibili sul sistema di istruzione, con una serie di puntualizzazioni e prospettive di scenario.
Vanna Monducciparte dai risultati dell’indagine PISA 2018 per esplorare il campo dell’innovazione educativa attraverso l’Assessment and Analytical Framework che presenta le basi concettuali di questo programma. Come i cicli precedenti, la valutazione del 2018 ha riguardato la lettura, la matematica e la scienza, con l’obiettivo principale di questo ciclo di alfabetizzazione alla lettura.
Per la prima volta, è stata valutata la competenza globale degli studenti - la loro capacità di comprendere e apprezzare le prospettive e le visioni del mondo degli altri. L’alfabetizzazione finanziaria è stata offerta come valutazione facoltativa. Uno dei punti più interessanti del saggio riguarda l’interrogativo sui risultati portati dall’innovazione. Essa non porta necessariamente a risultati desiderabili per tutte le parti. Le innovazioni specifiche possono anche rivelarsi buone o cattive per la società. Di solito ci vuole tempo per scoprire con un certo livello di certezza se innovazioni specifiche sono miglioramenti o no.
Nicoletta Tombaaffronta il tema dell’uso delle immagini dal punto vista del loro uso sui social. L’autrice analizza il potere intrinseco delle immagini, l’evoluzione dei media che li contengono, lo sviluppo del concetto di infanzia e della modalità con cui ci si rivolge ai bambini. Alcune puntualizzazioni risultano veramente “forti”:“Ma dobbiamo davvero specchiarci nel vetrino dei nostri smartphone - come novelli Narcisi - per innamoraci di noi? Ci mettiamo in scena per poi essere sedotti della nostra stessa rappresentazione?
Ci rivolgiamo alla rete come opportunità di svago e rischiamo poi di rimanerne imprigionati. Le immagini perdono il loro potere evocativo per sovrabbondanza. Rimane solo la suggestione data dalla loro somma, che genera un giudizio sommario delle nostre vite. Ancor peggio di quelle dei nostri figli. Durante il guado di questa società, mentre noi colti da novità ci specchiamo sul filo d’acqua, ricordiamo di riparare e proteggere i bambini. Tocca a noi a farlo”.
Renato Loieroillustra il Documento di economia e finanza 2019 e le connesse politiche nazionali per l’istruzione. Citiamo solo alcuni punti di grande rilievo. Nell’ambito delle Raccomandazioni del Consiglio europeo sul programma nazionale di riforma 2018 dell’Italia, del 13 luglio 2018 (2018/C320/11), la n. 4 include, fra l’altro, la promozione della ricerca e le competenze digitali mediante investimenti meglio mirati, nonché l’accrescimento della partecipazione all’istruzione terziaria professionalizzante. L’apposito paragrafo relativo a Istruzione e ricerca, con particolare riguardo all’istruzione, il PNR richiama poi l’esigenza di codificare, mediante un testo unico, le norme sulla scuola, operazione che dovrebbe essere compiuta attraverso il citato disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.
Alessandra Foschetti tratta il tema dell’educazione alla cittadinanza digitale. Come afferma l’autrice con il termine“cultura digitale”si fa riferimento al tipo di cultura, di natura trasversale, influenzata dalla pervasività delle tecnologie e dalla connessione costante alla rete internet. Tale definizione non fa riferimento quindi alla conoscenza della tecnologia, né tanto meno a capacità tecnico-scientifiche di comprensione degli strumenti, quanto integrazione naturale del digitale in tutti i processi vitali, compreso l’apprendimento. In altre parole, non si tratta di individuare una precisa cultura digitale, intesa come specializzazione che alcuni possono decidere di acquisire, quanto di una “cultura ai tempi del digitale”.
Gabriele Venturaaffronta lo spinoso problema dei Profili professionali e formazione nel sistema integrato 0-6. Il Dgs 65/2017 (Istituzione del sistema di educazione e istruzione integrato per i bambini da 0 a 6 anni di età) prevede una rivisitazione dei diversi profili professionali fin qui previsti nell’ambito della gestione ordinaria dei servizi educativi per la prima infanzia e delle scuole d’infanzia. L’obiettivo finale di questo processo sarebbe un auspicabile riordino complessivo con l’obiettivo di rendere più coerente, chiarire e semplificare il quadro di insieme e le sue articolazioni interne, a partire dai titoli di studio previsti per le diverse figure professionali, ma anche degli inquadramenti e degli sviluppi organizzativi da prevedere nell’arco temporale di attività fino all’età pensionabile, in considerazione delle caratteristiche specifiche delle funzioni assegnate e del contesto lavorativo.
A seguire il Prof. Adriano Cecconi, fa un’analisi delle innovazioni recate dal nuovo regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche emanato con D.I. n. 129/2018. Il decreto in questione si inserisce nel più ampio progetto statale ed europeo di armonizzazione delle normative contabili all’interno delle pubbliche amministrazioni, al fine di rendere comparabili i bilanci tra istituzioni simili per scopi e dimensioni e assicurarne una maggiore attendibilità e trasparenza.
Vincenzo Palermonella sua rassegna cinematografica recensisce due film, Avengers: Endgame [id., USA 2019] REGIA Anthony Russo, Joe Russo e Spider Man - Un Nuovo Universo [Spider Man: Into the Spider-Verse, USA 2018] REGIA Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman.
Il film dei fratelli Anthony e Joe Russo è crepuscolare e vitalistico, meditabondo e ipercinetico: un melting pot di generi e stili da produrre vertigini e smottamenti emotivi. Un saggio pedagogico, un poema visivo, una tragedia post-moderna.
Spider Man, secondo il nostro critico cinematografico, è un film politically correct nel parlare cattedraticamente dell’elogio alla diversità, ma anche coraggiosamente politically uncorrect nel riflettere sull’importanza della propria identità come valore fondante. Il tutto centrifugato in una storia avvincente, progressista e ricca di colpi di scena.
La rivista si chiude con le recensioni librarie diGiuliana Costantini. La prima recensione è dedicata al libro “una crisalide in bianco e nero”,di una giovane autrice, Consuelo Minici. L’autrice con questa sua scrittura introspettiva lucida e affatto pesante ci propone un libro “leggero”e insieme che fa molto riflettere, indicandoci una strada dove l’amore è soprattutto condivisione e speranza.
Il secondo libro di Joachim Meyerhoff Tutti i morti volano in alto narra di un diciottenne che affronta un viaggio in America partendo da un paesino in Germania per trovare una vita diversa almeno per un anno. C’è in questo senso del provvisorio, dell’andare e del venire, non soltanto metaforico, una ricerca appassionata e“inconsapevolmente”ironica di se stessi: il viaggio è una via che Joachim percorre e ripercorre dentro di sé alla ricerca di qualcosa di eroico che non gli capiterà forse mai, ma che pure gli procura grandi emozioni, come “l’amicizia di penna” con Randy rinchiuso in carcere in America da dodici anni per duplice omicidio, che si trasformerà in amicizia vera.X