Revisione delle Indicazioni Nazionali… Mica niente!
Editoriale a cura di Vittorio Venuti
“Non cercare mai di abbattere uno steccato fino a quando non conosci la ragione per cui è stato eretto” Robert Lee Frost
Tocca alle Indicazioni Nazionali e alle Linee Guida relative al primo e al secondo ciclo di istruzione di essere messe in discussione e revisionate secondo quelle che saranno le riflessioni della commissione di esperti, di “comprovata qualificazione scientifica e professionale”, appositamente nominata dal Ministro Valditara e il cui coordinamento è affidato alla professoressa Loredana Perla, ordinario di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Bari, coautrice dell’ultimo libro di Ernesto Galli della Loggia “Insegnare l’Italia, una proposta per la scuola dell’obbligo”.
Della Commissione faranno parte Francesco Emmanuele Magni, consulente del ministro, Laura Sara Agrati pedagogista dell’Università telematica Pegaso, Paolo Calidoni, ex professore a Parma, Giuseppe Cappuccio, ordinario di Pedagogia sperimentale a Palermo, Massimiliano Costa, ordinario di Pedagogia Sperimentale a Ca’ Foscari, Evelina Scaglia, associato di Pedagogia a Bergamo, Alessia Scarnisci, ordinario di Pedagogia dell’Universitas Mercatorum, Viviana Vinci dell’università di Foggia.
Non entriamo, adesso, nel merito della commissione che, come si può notare pende integralmente verso la pedagogia e trascura le discipline, perché sappiamo che tutto è ancora in fieri e che si prevede, ad avvenuta registrazione del decreto di nomina della Commissione di studio, l’avvio di una consultazione ampia del mondo della scuola e, immaginiamo, anche il coinvolgimento di insegnanti e dirigenti, ovvero di chi ogni giorno – come chiosato da FLC CGIL - , proprio sulla base delle linee guida e delle indicazioni, esercita l’azione educativa concretamente. Ci interessa, però, di capire quale possa essere stata la ragione sottostante la decisione di rivedere Indicazioni e Guide in questo momento. Avevamo letto delle critiche fatte ai “programmi scolastici”, che si dilungano toppo sulla storia e sulla preistoria, in sé “troppa roba”, se in terza elementare ci si concentra su un animale vissuto 40 milioni di anni fa trascurando “le esperienze più importanti del nostro passato, che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente”, perché ci sembra siano ragione semplicistica e insufficiente.
Non si vuole, qui, criticare l’opportunità di una revisione, ma avere l’opportunità di comprendere quale analisi sia stata fatta e perché, da quali dubbi possa essere scaturita e dal confronto con chi, non accontentandoci della digressione sui dinosauri, perché vogliamo continuare a pensare che, invece, si evidenzino motivazioni più profonde. Altrimenti dovremmo credere che persista la volontà di riscrivere il “senso della scuola” secondo un orientamento ideologico che mal si coniuga con l’impianto e l’interpretazione corrente del sistema d’istruzione italiano che, carente per quanto possa sembrare, in realtà riserva possibilità di eccellenza se solo si rivedessero i nodi strutturali che la legano e che la politica ha viepiù rinsaldato, presa dalla smania di protagonismo e di “firma”.
Se riforma ha da essere, se ne spieghi adesso la ragione, ma dopo aver sentito chi la scuola la vive dal di dentro e, ci permettiamo di segnalare, si vada a rivedere la storia delle Indicazioni Nazionali, del perché e del come sono nate; e ancora, si dia uno sguardo ai nomi che diedero vita alla commissione che se ne occupò. Peraltro, ciò aiuterebbe i pedagogisti universitari a direzionare meglio le loro riflessioni, sempre che si continui a ravvisarne la necessità: nella scuola italiana hanno operato e continuano ad operare esperti di alto profilo e di, almeno altrettanto, indiscusso valore.
Gli articoli di questo numero:
Francesco Nuzzaci ripropone un interrogativo su una questione per la quale ha evidenziato più volte le proprie perplessità: “Verso la valutazione della dirigenza scolastica contro la sua volontà?”. Allo scopo, si analizza la problematica alla luce della disamina dei CCNL 2016-2018 e CCNL 2019-2021 avendo sullo sfondo il D.Lgs 150/2009, c. d. Riforma Brunetta, che ha segnato l’uscita della dirigenza scolastica dal recinto dell’Area V.
Pasquale Annese tratta degli “Interessi di rivalsa dall’INPS alle istituzioni scolastiche per ritardato pagamento al personale dipendente del TFS/TFR” sulla base della normativa vigente. In merito si cita il parere dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Milano del 20.02.2013 che, richiamando la Sentenza del Tribunale di Milano n.1248/2010, fornisce due elementi discriminanti affinché l’ente previdenziale possa procedere a tale azione di rivalsa: dimostrazione dell’atteggiamento colposo dell’amministrazione scolastica e la prova del danno effettivo subito dall’ente previdenziale, calcolato nella differenza tra gli interessi dovuti a tardiva comunicazione da parte dell’istituzione scolastica e quelli comunque generatisi a favore dell’ente.
Anna Armone propone un inquietante “Quando la giustizia sbanda…” traendo spunto dalla irrituale pubblicazione dell’organigramma con il quale un dirigente implicitamente ha ritenuto di revocare gli incarichi, sino ad allora affidati al docente ricorrente, per conferirli ad altri docenti. Secondo la docente si trattava di circostanza anomala, in quanto, in genere, l’organigramma veniva adottato solo dopo la prima riunione utile del Collegio docenti, nonché illegittima, in quanto il dirigente scolastico aveva una mera funzione di proposta in materia, dal momento che l’organigramma avrebbe dovuto essere approvato dal collegio docenti.
Paolo Fasce incentra il suo intervento “Sulle modalità di richiesta dei permessi brevi del personale docente e sul conseguente recupero ai sensi della vigente normativa”. Appare fondamentale distinguere i casi di richiesta di permesso relative alla natura delle ore per le quali lo si richiede: docenza o funzionali all’insegnamento, comunque ore afferenti all’orario rigido del/la docente. Le norme pattizie che regolano i permessi si riferiscono non già alla distinzione “ore di lezione vs ore funzionali” ma alle ore ad erogazione “rigida vs flessibile” giacché sulle prime insiste l’esigenza del/la lavoratore/trice di richiedere un permesso, mentre nella seconda tale esigenza viene meno, differentemente da tante altre professioni il cui orario è rigido per tutta la prestazione.
Bruno Lorenzo Castrovinci presenta “Cicli di Deming nella scuola primaria: Applicazione del Regolamento dell’Autonomia per un Modello Educativo Rinnovato”, ovvero l’approccio dell’Early Child hood Education an Care (ECEC), che si basa sui principi dei Cento Linguaggi ideati da Loris Malaguzzi e che ha dimostrato un’efficacia notevole sullo sviluppo infantile. Integrando i principi di Malaguzzi nella scuola primaria, i campi di esperienza si evolvono non come discipline isolate, ma piuttosto come un continuum di apprendimento che abbraccia e incorpora la complessità dei saperi. In tale contesto, l’assegnazione dei docenti alle classi, in questo contesto innovativo, non segue più la tradizionale ripartizione disciplinare. Questo permette a ciascun insegnante di adottare un approccio didattico più olistico, caratteristico dell’educazione infantile e primaria, che abbraccia sia le scienze che le umanità e le arti, integrando vari linguaggi nel processo educativo. Si segnalano, inoltre e non solo, l’introduzione di orari scolastici flessibili su base plurisettimanale e la rivalutazione delle ore dedicate alla progettazione e alla programmazione.
Maria Rosaria Tosiani ci ricorda che “Il direttore SGA ritorna ad essere ufficiale rogante nei contratti stipulati dalle istituzioni scolastiche”, secondo il nuovo CCNL 18/01/2024, nelle mansioni dell’Area dei funzionari ed elevate qualificazioni. L’ufficiale rogante nella PA è un funzionario autorizzato a redigere con le richieste formalità, documenti in forma pubblica amministrativa, aventi efficacia di atto pubblico come quelli rogati da un notaio ai sensi dell’art. 2699 del codice civile. Si tratta di una innovazione importante che viene descritta nelle sue linee essenziali.
Angelo Muratore illustra “La verifica del Programma Annuale”, un adempimento da compiere improrogabilmente entro il 30 di giugno di ogni anno tramite delibera del Consiglio d’Istituto. In merito, assumono rilievo il documento del Direttore SGA e la relazione del Dirigente. Il contributo è corredato da modello di deliberazione di verifica/modifica del Consiglio d’Istituto.
Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, propone “Di certo naturale ma per questo sfidante la prima pratica del comunicare dei bambini”, specificamente rivolto al come si parla e come si insegna nei primi anni di scuola da un paese all’altro del continente europeo, rilevando che non è sempre conseguente il presupposto educativo rispetto a quello anagrafico. Un’assistenza a bimbi di meno di tre anni può anche essere debole per restrizioni economiche o per bilancio ma anche per equilibri tra doveri e diritti o altre necessità di neo-cittadinanze.
Vittorio Venuti, per la rubrica di Psicologia, incentra la riflessione su “La riflessività e l’accoglienza oltre l’empatia”, partendo da una semplice considerazione: acclarato che in tutte le azioni che si svolgono tra insegnante e allievo, con esiti nel rapporto insegnamento-apprendimento, si riscontrano gli esiti di due fondamentali capacità, l’empatia e la riflessività, come potrebbe esplicarsi l’empatia se non se ne determinasse la convergenza con la riflessione pedagogica, che deve tendere a dare significato e valore all’altro attraverso la percezione e la comprensione delle sue manifestazioni comportamentali ed emozionali, ponendo sullo sfondo la relazione educativa e formativa che sostiene i due attori?
Alessandra Morazzano, per I Casi della Scuola, si interessa al caso della “Richiesta di parte di frequenza dell’orario on line per ragazza atleta”. Quali azioni dovrà mettere in atto il dirigente al fine di salvaguardare il successo formativo della studentessa e, parimenti, la sua carriera sportiva?
Vincenzo Casella, per Sportello Assicurativo, tratta del caso di “Incidente in bicicletta del docente mentre si reca a scuola”. Nello specifico, il docente, recandosi a scuola in bicicletta, si scontrava con un motociclo proveniente dalla corsia opposta, per fortuna senza danni fisici ai due conducenti ma con danneggiamenti ai due mezzi. Ci sono gli estremi per un risarcimento da parte della polizza assicurativa della scuola?
Gianluca Dradi per la rubrica la scuola nella giurisprudenza “Adozione della settimana corta: quale coinvolgimento dei genitori?” commenta le argomentazioni della sentenza del TAR Veneto n. 575 del 25.03.2024, su questa annosa questione che negli ultimi anni a generato un permanente contenzioso tra genitori e organi della scuola. La sentenza chiarisce che gli atti di programmazione sull’organizzazione oraria costituiscono atti con finalità generali e contenuto altamente discrezionale e quindi sindacabili in sede di legittimità solo in presenza di vizi procedimentali e/o di carenze logiche e motivazionali.