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Dirigere la scuola n. 6/2021
Una scuola malata di burocrazia e gravata di moleste ed inopportune incombenze
Editoriale di Vittorio Venuti
E tre! Con il Piano delle scuole aperte d’estate siamo a tre intempestive e inopportune iniziative del Ministero dell’Istruzione nel breve volgere di pochi mesi. Prima è stato il dettato dell’ordinanza che ha archiviato le valutazioni in decimi in favore dei giudizi descrittivi nella scuola Primaria, senza curarsi di un’informazione preliminare né di prevedere una formazione ad hoc e neanche di approntare una congruenza con scuola dell’Infanzia e secondaria di primo grado. Da notare: ordinanza emanata proprio quando le scuole avevano già avviato le loro valutazioni trimestrali. Poi è stata la volta del Piano per l’inclusione degli studenti con disabilità che ha introdotto i nuovi modelli PEI e un“risibile” criterio per la ripartizione delle ore di sostegno. In coda, il “Piano scuole estate 2021”,con Circolare del 27 aprile e scadenza il 21 maggio.
Senz’altro un bel Piano, se si vuole trovare un pregio a tutti i costi, ma calato dall’alto e, soprattutto, improvvisamente ed improvvidamente, creando aspettative tra le famiglie e generando ansia nei dirigenti scolastici e nel personale tutto della scuola. Non pare, questo, sia un bel modo di procedere. Se poi si vuole entrare nel merito del Piano, ci si trova davanti ad affermazioni psicologiche e pedagogiche che sembrano messe lì per dare spessore al documento ma non proprio come esito di una riflessione supportata da dati e, quantomeno, condivisa. Un piano che manca di un Piano di fattibilità, un Ponte che appare solo temporale e che, a fronte di una massiccia disponibilità di fondi si avvita sul contingente frammischiando ambiti diversi di formazione, un’incombenza che non tiene conto del peso dell’anno scolastico faticosamente pervenuto alla fase di chiusura e dell’impegno profuso da tutto il personale; un Piano che non ha tenuto conto dei Piani di ciascun operatore della scuola.
Avremmo preferito che il Ministero affrontasse il problema del carico burocratico che grava sulle scuole e dell’eccesso di incombenze che ricadono sui dirigenti scolastici, sul personale docente e sul personale amministrativo, spesso mortificandone la professionalità.
A quando una riflessione su questi aspetti? E sì che di materiale da estirpare ce n’è tanto! Indicazioni a suffragio di questa urgenza abbiamo trovato nelle parole dell’ispettore Mario Maviglia che, in un suo recente articolo dal titolo “L’arte di tagliare”,pubblicato da Edscuola, afferma: “L’Amministrazione sembra sovente dimenticare che alle scuole è affidato il delicato compito di educare, formare e istruire le giovani generazioni e che l’attività amministrativa è a supporto di questi prioritari e importanti obiettivi, non viceversa. In un’ipotetica scala di valori, la scuola sta al primo posto, l’Amministrazione più in basso”.
Con straordinaria efficacia l’ispettore suggerisce che cosa bisognerebbe tagliare. Con l’autorizzazione dell’autore, ne stralciamo alcuni passaggi:
“- Bisognerebbe tagliare drasticamente gli inutili monitoraggi che si abbattono sulle scuole e che hanno il sapore più di stalkeraggio burocratico che di strumenti di gestione. Andrebbe vietato nel modo più assoluto a dirigenti e funzionari di richiedere alle scuole dati e informazioni che posseggono già. Le scuole sono deputate alla gestione dei processi di apprendimento e di socializzazione, non alla produzione di scartoffie o alla compilazione di schemi, dati, rapporti la cui finalità sfugge quasi sempre ai compilatori.
- Occorrerebbe avere il coraggio di togliere di mezzo i commi 5bis e 6 dell’art. 19 del D.Lvo 165/2001 (nomina di dirigenti di seconda fascia senza concorso) che in Italia sono sinonimo di malaffare e di pratiche clientelari.
- Sarebbe auspicabile togliere buona parte dei meccanismi garantistici del personale che ingessano l’azione della scuola e cristallizzano situazioni critiche. Non siamo per i facili licenziamenti. Tutt’altro. Ma c’è un limite alla decenza.
- Sarebbe necessario togliere buona parte delle norme riguardanti la privacy. In una società che esibisce ad ogni pie’ sospinto, attraverso i mass media, vita, morte e miracoli di ognuno di noi, le norme sulla privacy a scuola stridono in modo indisponente. Si arriva al paradosso che l’insegnante non può riprendere in classe uno studente perché questo lede la privacy. Arriveremo a dotare ogni studente di un nickname per garantire la riservatezza dell’identità?
- Richiedere un taglio drastico del precariato a scuola suona come un’aspirazione del tutto utopica. Un modo comunque ci sarebbe per tentare di risolvere il problema: basterebbe fare concorsi regolari e alle scadenze previste, evitando che si creino sacche di precariato oltre il limite fisiologico. Certo, se si pensa che tutta la procedura concorsuale possa essere gestita senza che i commissari (di solito dirigenti scolastici e docenti) possano essere esonerati dal servizio, allora ogni concorso avrà una vita difficile, come si è visto recentemente, perché non si possono fare le nozze coi fichi secchi (o, se preferisce, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca…).
Con tutti i tagli proposti sopra, si potrebbero liberare energie e risorse per la scuola e rendere più efficace ed efficiente l’azione delle istituzioni scolastiche. Ma sembra che l’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione in Italia non sia un valore così importante da perseguire”.
Vorremmo che i responsabili del dicastero riconoscessero che la logica dei tagli - non solo economici, ma principalmente di struttura del sistema d’istruzione - che ha imperversato sulla scuola è stata illogica, pervicacemente orientata a perseguire orientamenti aziendalistici di parte e che si curasse di avviare una riflessone di quanto successo negli ultimi decenni, così da promuovere una revisione atta a ricollocare la scuola sul percorso naturale di riferimento fondamentale per lo sviluppo del Paese, un riconoscimento che non è solo economico ma soprattutto di valore. La legislazione scolastica è infarcita di rimandi che si rimandano l’un l’altro fino a coprire distanze temporali inaudite. Si procede rimasticando norme e procedure, ampliando le aree delle educazioni a seconda dei ghiribizzi politici del momento, sollecitando adempimenti“oggi per ieri”. Gli orari di lavoro (in particolare per i docenti, il dirigente scolastico e il direttore SGA) sono insanamente aumentatei. Anche il registro elettronico si è rivelato molesto… .
Panoramica degli articoli di questo numero:
Salvatore Pecorellaapre con un intervento su “L’assestamento del programma annuale”,che il Consiglio d’Istituto dovrà deliberare entro il 30 giugno. Gli istituti di flessibilità di gestione presenti nel regolamento di contabilità concretizzano la possibilità, per le istituzioni scolastiche di apportare tutte le modifiche che nel corso dell’anno scolastico si dovessero rendere necessarie per adeguare le previsioni di entrata e di spesa a fronte di mutate esigenze amministrative e didattiche. Sarà fondamentale il documento che, in proposito, predisporranno il Dirigente scolastico e il Direttore Sga di comune accordo nel rispetto delle responsabilità di ciascuno.
Gianluca Dradisi sofferma su“Gli esami di Stato del secondo ciclo” riflettendo sui criteri per l’attribuzione del punteggio integrativo e della lode. Al fine di facilitare i lavori delle commissioni viene fornito uno schema riassuntivo delle attività necessarie per lo svolgimento dell’esame, con esempi ragionati di possibili criteri, di modo che, una volta concordati, operino in automatico senza bisogno di discuterli volta per volta. Il dettagliato schema riassuntivo è ordinato in senso cronologico secondo le voci: quando, chi, cosa fa, riferimento normativo.
Francesco Nuzzaci incentra la sua riflessione su “Il diritto di accesso ai nominativi dei fruitori di compensi accessori da parte delle organizzazioni sindacali”a commento dell’ultima nota del Ministero dell’Istruzione, che riporta il parere del Garante per la protezione dei dati personali in merito al diniego di accesso delle associazioni sindacali ai dati personali dei dipendenti in relazione ai compensi accessori da questi percepiti in regime di contrattazione integrativa d’istituto.
Maria Rosaria Tosianiaffronta un argomento squisitamente amministrativo: “Le ferie non godute del personale docente, quando possono essere pagate?”.Il contributo chiarisce le diverse situazioni che si possono rappresentare e propone uno schema di decreto delle ferie maturate e non fruite.
Sandro Valente nel suo pezzo “Il rinnovo della polizza assicurativa scolastica” si occupa delle polizze di assicurazione che ogni anno le scuole devono provvedere a rinnovare. Si tratta di una procedura abbastanza complessa per le valutazioni di opportunità e convenienza che il dirigente deve compiere per affidare alle società assicuratrici questo particolare contratto ad evidenza pubblica. Nel sito www.giustoscuola.it, è possibile scaricare un intero numero di Rassegna Normativa interamente dedicato alle assicurazioni scolastiche con lo sviluppo di tutta la procedura contrattuale ed uno schema di determina dirigenziale per l’affidamento diretto del contratto.
Michela Lellapropone alla lettura“Per una effettiva ripresa”.Innegabilmente l’impatto psicologico e relazionale della pandemia sulle giovani generazioni si rappresenta come un problema persino più grave del virus stesso e tornare in presenza significa confrontarsi con una nuova e fragile configurazione di comunità scolastica. Il dirigente scolastico si troverà ad operare entro uno scenario alquanto complicato, dovendo assicurare il funzionamento della macchina istituzionale pur nelle criticità provocate dai danni del Coronavirus. La scuola ritornerà a vivere, ma reclamerà l’esercizio di una leadership inconsueta e contingente.
Giacomo Mondelliprosegue il suo discorso sui giovani con “I nostri ragazzi sono migliori di quello che si pensa e si dice”. Non si tratta di una difesa d’ufficio; ma di un articolato e fondato ragionamento sui comportamenti giovanili e sui pregiudizi che si riversano su di loro. Molto interessante appare la strategia adottata da Mondelli per osservare i giovani che frequentano l’istituto da lui gestito.
Anna Armonetratta de “La dichiarazione del Consiglio d’Europa sulla protezione della privacy dei minori in ambiente digitale”.Il problematico contesto disegnato dalla pandemia del Covid 19 ha sollecitato il Comitato dei Ministri a riflettere sulle misure di protezione e trattamento dei dati personali dei minori, in considerazione dell’aumento delle attività online e dell’utilizzo di prodotti e servizi online, o dell’esclusione digitale.
Per la rubrica La Scuola in Europa, Mario Di Mauropropone “Insegnamenti e insegnanti per una buona scuola?”,nel quale si dà conto delle molte ricerche in capo ai diversi sistemi d’istruzione in ordine alla professione insegnante. Fanno da sfondo due studi recenti, il primo dell’OECD e il secondo della Commissione europea.
Per Lo Sportello Assicurativo, Vincenzo Casella tratta del “Canone di Adeguatezza Assicurativa”, specificando cos’è e perché è tanto importante. Un contratto adeguato è l’opzione migliore tra le offerte di copertura realisticamente reperibili sul mercato.
Per la rubrica Giurisprudenza Scolastica, Gianluca Dradipropone “L’informazione sindacale sugli esiti della contrattazione integrativa”riprendendo la nota MI inerente la comunicazione alle OO.SS. dei nominativi del personale che ha percepito compensi relativi ad attività finanziarie tramite il fondo d’istituto e relativi ammontari.
Per Psicologia della gestione, Vittorio Venuti presenta “La priorità dell’appartenenza alla cultura scolastica è essenziale”, terza parte del più ampio discorso su Attaccamento e Appartenenza. Il concetto di fondo è che l’appartenenza si qualifica come un sentimento che deve essere considerato come impegno pedagogico da parte degli insegnanti e della scuola stessa: la scuola come ambiente fisico, come organizzazione, come impegno educativo e formativo che la istruisce; gli insegnanti quali artefici del progetto d’istruzione e formazione con il quale devono accogliere, riscontrare e coinvolgere ogni singolo alunno.