Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute, ha espresso la sua contrarietà all’apertura delle scuole il 7 gennaio, in ragione del fatto che si dà per certo che da quella data l’Italia intera verrebbe proclamata zona gialla, quindi si riaprirebbero tutte le attività, con il rischio, prevedibile, di un rialzo della curva epidemica così come, del resto si sta registrando in questi giorni.
“Le scuole sono ambienti sicuri – sostiene Ricciardi -, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane”.
A preoccupare, secondo Ricciardi, non è la situazione all’interno delle scuole, che hanno applicato rigorosamente i protocolli di sicurezza, ma gli spostamenti, quindi il sovraffollamento sui mezzi pubblici e i nonni che accolgono i nipoti nelle loro case tutti i pomeriggi. A preoccupare è tutto quello che avviene prima e dopo le lezioni e non durante.
Per Ricciardi bisogna resistere ancora un po’ e per abbassare davvero la curva dei contagi occorre insistere su lockdown lunghi e nazionali prolungando “la zona rossa almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 gennaio di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”.
Messa così la cosa, se davvero si pensa ad una riedizione del “liberi tutti” dal 7 gennaio, con la riapertura delle scuole si correrà concretamente il rischio di mandare i giovani allo sbaraglio.
E smettiamola di giocare con i numeri, 50%, 75%, 50 e 50, ingressi scaglionati. Nessuno potrà mai garantire trasporti sicuri, perché non potranno mai garantire l'igienizzazione dei mezzi tra una corsa e l'altra, addirittura tra una fermata e l'altra. Al solito, affrontiamo i problemi dalla parte sbagliata.