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Con rilascio di Attestato  a norma di legge

La Casa Editrice Euroedizioni Torino organizza un corso in modalità webinar sulla sicurezza per i datori di lavoro del comparto scuola  in conformità all’obbligo previsto dal nuovo Accordo Stato/Regioni del 17 aprile 2025, con il rilascio di regolare attestato a norma di legge. Il corso avrà la durata di 16 ore.  Sono previste 2 lezioni di 2 ore e 4 lezioni di 3 ore.

Il corso avrà inizio  Giovedì 23 ottobre 2025, alle ore 17,00

 

Relatori:  Le lezioni saranno tenute dalla  D.ssa Antonietta Di Martino e Ing. Paolo Pieri autori del testo SALUTE e SICUREZZA NELLA SCUOLA  Edito da Euroedizioni

 

Costo di iscrizione:  La quota di partecipazione al corso è stabilita in 200,00 euro. 

Nel costo del corso è compreso il rilascio dell'Attestato  a norma di legge, una copia del manuale a cura di Di Martino e Pieri: SALUTE e SICUREZZA nella SCUOLA  - Guida tecnica e strumento per adempiere agli obblighi e organizzare la sicurezza  Euroedizioni Torino 2023

L'accesso alla modulistica  in formato digitale collegandosi al sito  www.euroedizioni.it/modulistica-sicurezza.

Come ogni anno, le istituzioni scolastiche — statali e paritarie — hanno a disposizione un’importante opportunità per sostenere l’aggiornamento e la formazione del personale: il rimborso per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici, riviste scientifiche e di settore (anche in formato digitale).

Il contributo è stato reso stabile, e non più temporaneo, conformemente all’art. 1, comma 389 della legge 160/2019, come modificato dall’art. 1, comma 320 della legge 213/2023.

La grande novità: il contributo è collegato all’anno scolastico (non più all’anno solare) e vale per tutte le scuole, senza distinzione di ordine o grado.

Periodo per presentare la domanda: dal 10 dicembre 2025 al 16 marzo 2026

Le domande devono essere firmate digitalmente dal Dirigente scolastico e indirizzate al Dipartimento per l’informazione e l’editoria.

Che anno scolastico sarà il 2025/2026?
Tra ritorni al passato e nuove incognite: la scuola italiana alla prova della riforma.

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Non si può dire che la riforma non sia partita. Un passo dopo l’altro, a balzelloni, è stato ridisegnato il quadro complessivo dell’istruzione, una sorta di mosaico che si è composto un po’ alla volta e che ha suscitato diffuse perplessità, critiche, prese di posizione, un po’ perché alcune novità sono state introdotte senza tener conto che si stava bypassando l’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, un po’ perché si sono evidenziate per lo spirito sanzionatorio che le sosteneva - in un ambiente che, di contro, privilegia l’aspetto educativo delle norme -, un po’ perché intenzionalmente orientate alla modificazione e sostituzione di documenti fondamentali (vedi: la proposta di riforma delle indicazioni nazionali 2025 per la scuola primaria), un po’ per l’evidente slittamento della organizzazione scolastica verso un passato rigenerato e inteso come la vera panacea per una scuola in disarmo (vedi la riforma dell’esame di Stato): tornare al passato guardando al futuro, un passato in cui il sacrificio, la disciplina e il merito si evidenziano come rimedi educativi indispensabili. Sarà così che la scuola, che noi stessi abbiamo definito in rotta verso il fallimento, si salverà e guiderà saldamente i nostri giovani verso un ridente avvenire?

Non possiamo che augurarcelo. Resta comunque più di qualche dubbio su quali intenzioni abbiano mosso la riforma in corso. L’ideologia che si intravvede suscita più di una qualche inquietudine, specialmente perché non si percepisce alcun chiaro riferimento socio-psicopedagogico, perché non mostra di avere validi riferimenti teorici. Si agisce senza far tesoro della storia della scuola, che si pensava definitivamente disancorata dalla riforma Gentile del 1923, anche perché i tempi non sono più gli stessi. È pur vero, però, che i tempi minacciano, ahimè, di esercitare la regola dei “corsi e ricorsi storici” di Vico.

Argomenti

Che anno scolastico sarà il 2025/2026?
Non si può dire che la riforma non sia partita. Un passo dopo l’altro, a balzelloni, è stato ridisegnato il quadro complessivo dell’istruzione, una sorta di mosaico che si è composto un po’ alla volta e che ha suscitato diffuse perplessità, critiche, prese di posizione, un po’ perché alcune novità sono state introdotte senza tener conto che si stava bypassando l’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, un po’ perché si sono evidenziate per lo spirito sanzionatorio che le sosteneva - in un ambiente che, di contro, privilegia l’aspetto educativo delle norme...
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Divieto dell’utilizzo dei cellulari in classe: un modello possibile
È nell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche individuare le misure organizzative e didattiche atte ad assicurare il rispetto del divieto. Proponiamo un possibile schema di regolamento di disciplina.
Pasquale Annese

Infortunio di un dipendente: quando è esclusa la responsabilità del datore di lavoro?
L’evoluzione giurisprudenziale in materia di infortuni sul lavoro e il concetto di “area di rischio”.
Antonietta Di Martino

Argomenti

Il bullismo, il cyberbullismo e gli effetti sul voto di condotta dello studente
Gli atti di bullismo possono essere anche sanzionati sul piano disciplinare ma ciò deve essere regolamentato e per la piena legittimità seguire l’iter previsto dal D.P.R. 235/2007.
Anna Armone

L’indennità di direzione del funzionario EQ
La nuova disciplina introdotta con il CCNL 2019/2021.
Maria Rosaria Tosiani

Visite medico collegiali del personale ATA
Le richieste  devono essere inoltrate dalle Amministrazioni direttamente all’INPS per il tramite del proprio portale.
Luciana Petrucci Ciaschini

Livelli, soggetti e materie di relazioni sindacali
Regole e modalità di contrattazione d'istituto.
Carmelo Febbe - Angelo Orsingher

Si può regolamentare il volo delle farfalle?

Editoriale di Ivana Summa

Ho appena terminato di leggere i contributi che vengono pubblicati in questo primo numero che coincide con un nuovo anno scolastico e voglio riprendere alcuni passaggi fondamentali non per appropriarmene, ma per utilizzarli come categorie interpretative del cambiamento che continua ad abbattersi sul nostro sistema scolastico. Così, per il titolo, mi sono ispirata ad un passaggio del contributo di Stefano Stefanel dal titolo “Insegnanti e digitale”. Tale passaggio riguarda l’apprendimento informale, spesso non considerato dalla scuola e che, ormai da alcuni anni, è sempre più apprendimento dal digitale; infatti, scrive: “L’apprendimento informale oggi è per lo più digitale; quando ero bambino io era solamente esperienziale… la questione non è dunque che ruolo dare al digitale nella scuola, anche perché ce l’ha già: è una delle otto competenze chiave. Quello che si dovrebbe fare è, invece, capire entro quali spazi inserire spazi formativi, informativi, progettuali, programmatici. Compito che – a questo punto e con la macchina dell’Intelligenza Artificiale a pieno regime – non ha alcun senso realizzare per via regolamentare o per via curricolare. Scrivere oggi sul digitale e la digitalizzazione regolamenti d’istituto è perdere tempo e cercare di regolamentare il volo delle farfalle…”.

La questione rappresenta una categoria – quella del regolare, normare, regolamentare tutti gli ambiti educativi e didattici, terreno di autonomia scolastica e libertà professionale dei docenti – che sta prendendo piede nelle nostre scuole partendo dall’ipotesi che le farfalle – le nostre scuole e i nostri docenti – possano/debbano viaggiare in un’unica direzione e con un’unica coreografia. Ed è sotto gli occhi di tutti noi il profluvio di decretazione ministeriale che, anche durante l’estate, ci ha inondato. E, tanto per citarne alcuni, ricordiamo il divieto d’uso del cellulare durante tutto l’orario scolastico, le Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle Istituzioni scolastiche e le nuove disposizioni che regolamentano l’esame conclusivo del 2° ciclo d’istruzione, nostalgicamente denominato di “maturità”. È possibile fare formazione sull’utilizzo del digitale senza avere a disposizione i dispositivi; ignorare la presenza trasversale e pervasiva del digitale nella nostra vita quotidiana senza pensare alla necessità di progettare e sperimentare una didattica ibrida; e, infine, esiste davvero qualche professionista in grado di certificare seriamente la maturità di una persona a 19 anni?

EDITORIALE Ivana Summa

Si può regolamentare il volo delle farfalle?
Ho appena terminato di leggere i contributi che vengono pubblicati in questo primo numero che coincide con un nuovo anno scolastico e voglio riprendere alcuni passaggi fondamentali non per appropriarmene, ma per utilizzarli come categorie interpretative del cambiamento che continua ad abbattersi sul nostro sistema scolastico...

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: l’attualità

L’orgoglio pedagogico nelle professioni educative: difendere la dignità professionale in un tempo di sfiducia  Andrea Porcarelli

Le CdP di apprendimento come dispositivo di innovazio­ne scolastica Emanuela Elba

Scuola e tecnologie digitali Bruno Lorenzo Castrovinci

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: riflessioni

La Casa Editrice EUROEDIZIONI propone un corso di formazione on line  dal taglio pratico ed operativo destinato ai Dirigenti scolastici anche di nuova nomina per metterli in condizione di svolgere con competenza e professionalità i delicati compiti che la funzione dirigenziale gli assegna.

ll corso si articola in 13 webinar per complessive 26 ore di formazione.

I corsisti possono porre quesiti e richieste di chiarimento. Durante il corso saranno proposte esercitazioni pratiche anche sugli specifici adempimenti.

I corsisti potranno  fruire ed utilizzare i materiali che saranno prodotti durante i webinar.

Le lezioni possono essere ascoltate anche in differita quando si vuole e per il tempo che si vuole. I contenuti del corso sono esplicitati nell'allegato elenco.

I temi che abbiamo scelto da trattare sono prettamente tecnici sotto il profilo pratico  amministrativo e contabile dove le difficoltà soprattutto per i nuovi dirigenti possono essere più rilevanti.

Data di inizio del corso

Il corso avrà inizio il 30 settembre 2025, con la prima lezione, a partire dalle ore 17, in modalità webinar  . A coloro che effettueranno l'iscrizione sarà inviato il LINK di collegamento e il programma completo con le date delle lezioni

Il corso costa solo 130,00 euro.

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle scuole

Piano nazionale anticorruzione 2025: fino al 30 settembre la consultazione on line

Bonus psicologo 2025: riapre la procedura per presentare le domande

Partecipazione alle Prove INVALSI 2025

Gestione pubblica: dal 1° ottobre 2025 cambiano le modalità di aggiornamento delle posizioni assicurative

Contingente del personale scolastico da destinare all’estero a.s. 2025/26

Gli anni di insegnamento nelle scuole paritarie non valgono per la ricostruzione di carriera

La Casa Editrice EUROEDIZIONI propone un corso di formazione on line  dal taglio pratico ed operativo destinato ai Direttori amministrativi anche di nuova nomina e agli Assistenti amministrativi facenti funzioni  per metterli in condizione di svolgere con competenza e professionalità i delicati compiti che il profilo gli assegna.

ll corso si articola in 12 webinar per complessive 24 ore di formazione. I corsisti possono porre quesiti e richieste di chiarimento. Durante il corso saranno proposte esercitazioni pratiche anche sugli specifici adempimenti.

I corsisti potranno  fruire ed utilizzare i materiali che saranno prodotti durante i webinar. Le lezioni possono essere ascoltate anche in differita quando si vuole e per il tempo che si vuole. I contenuti del corso sono esplicitati nell’allegato elenco.

Scuola dritta verso il fallimento?

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Quanto e per come la si voglia mettere, sembra proprio che la scuola viaggi dritta verso il fallimento. Le statistiche parlano chiaro: da circa vent’anni il numero di scuole è in diminuzione. Si attribuisce principalmente la colpa al calo demografico, in qualche modo parzialmente contenuto in ragione del fenomeno migratorio, ma non possiamo dimenticare che la grossa sforbiciata sia conseguenza delle due nefaste operazioni che hanno interessato il sistema d’istruzione in due tempi diversi, la prima nota col nome di “razionalizzazione” e l’altra col nome di “dimensionamento”, in ogni caso due eufemismi per dire “tagli” e far sparire migliaia di scuole senza, peraltro, un chiaro risconto “razionale”, visto anche l’irrazionale abbandono di molte aree geografiche. Tagli netti, che hanno riguardato, oltre le scuole, le figure dei dirigenti scolastici e dei direttori SGA, con parallelo appesantimento del carico di responsabilità di altri dirigenti e direttori costretti ad assumere la responsabilità gestionale e amministrativa di plessi scolastici anche territorialmente distanti tra loro e, in molte situazioni, anche numericamente consistenti, di fatto vanificando la declinazione della leadership educativa del capo d’istituto e, giocoforza, incidendo notevolmente anche sul versante didattico.

Dal report fornito dal MIM relativo all’anno scolastico 2024-2025 rileviamo che le istituzioni scolastiche statali funzionanti quest’anno sono state 7.600, di cui 7.437 sono scuole e 127 sono Centri per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Un numero, questo delle scuole, che racconta della situazione che si è venuta a determinare in seguito alla razionalizzazione e al dimensionamento che le ha interessate a partire dall’anno 2001, se consideriamo che, nel 2000 –2001, il numero delle istituzioni scolastiche era di 11.592 e che, dieci anni dopo, nel 2011-2012, si riduceva a 9.139 e che, nel 2021-2022, si ridimensionava ancora a 8.511, per attestarsi a 7.600 nell’anno appena concluso. Il calo è progressivo ed è lecito pensare che andrà a farsi sempre più sostenuto.

A fronte di un calo così pesante del numero delle istituzioni scolastiche, per contro si registra un incremento notevolissimo di alunni con disabilità, ben 362.115, numero che sembra destinato a crescere con non poche ripercussioni nella gestione delle classi, nelle quali sono sempre più presenti alunni con fragilità, certificati e non.

Argomenti

Scuola dritta verso il fallimento?
Quanto e per come la si voglia mettere, sembra proprio che la scuola viaggi dritta verso il fallimento. Le statistiche parlano chiaro: da circa vent’anni il numero di scuole è in diminuzione. Si attribuisce principalmente la colpa al calo demografico, in qualche modo parzialmente contenuto in ragione del fenomeno migratorio, ma non possiamo dimenticare che la grossa sforbiciata...
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo
Pubblicato il Decreto legislativo n. 99 del 12 giugno 2025, attuativo della delega in materia di bullismo e cyberbullismo.
Anna Armone

Le attività di inizio anno scolastico
Una sintesi degli adempimenti su aspetti fondamentali di programmazione e gestione.
Maria Rosaria Tosiani

Cosa fare quando cambia il Dirigente scolastico
Una sintesi degli adempimenti su aspetti fondamentali di programmazione e gestione.

Argomenti

A settembre i nuovi Funzionari dell'elevata qualificazione
Dalla nomina a tempo indeterminato si è passati agli incarichi di durata triennale. Perchè?
Rocco Callà

Il piano delle attività del personale ATA per l'anno scolastico 2025/2026
E' compito del Direttore SGA proporre al Dirigente per l'approvazione con l'inizio dell'anno scolastico il piano delle attività del personale ATA.
Maria Rosaria Tosiani

La delega di funzioni al Direttore SGA
La delega come processo organizzativo.
Rocco Callà

Il rapporto del lavoro agile con il piano delle attività del personale ATA
Maria Rosaria Tosiani

Adesione al fondo espero e silenzio-assenzo per i neoassunti

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Accordo Corte dei Conti - INPS per il contrasto alle indebite percezioni

Convocazione del GLO: errore nella pubblicazione sul registro elettronico

Corsi di specializzazione nel sostegno online per docenti con titolo estero

Qualificazione delle stazioni appaltanti: nuove indicazioni generali e chiarimenti

Il Garante dice no alle impronte digitali per la rilevazione presenze

Assunzioni a tempo indeterminato 2025/2026 - obbligo di accettazione entro 5 giorni

Fondo di garanzia: esteso il servizio di trasmissione delle domande

Argomenti

Da un lato il “non parere” del CSPI, dall’altro il “Codice etico”
Nuove Indicazioni Nazionali 2025: il CSPI palesa le molte criticità ma, contrariamente al suo solito e a quel che sarebbe il suo compito istituzionale, non esprime alcun parere, lasciando le Indicazioni a penzolare nel vuoto. Nella votazione finale, il Consiglio ha ritenuto, a maggioranza, di non pronunciarsi né a favore né contro, rimandando le proprie valutazioni alle osservazioni e proposte contenute nel testo predisposto e inviato al Ministro.
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Il casus belli del frazionamento artificioso nei progetti FSE/PON/PNRR
Pasquale Annese 

Bambini che fuggono dalla scuola: responsabilità e misure preventive
Le responsabilità, gli obblighi e gli accorgimenti per la prevenzione.
Antonietta Di Martino e Paolo Pieri

Il consenso informato alle attività educative in tema di sessualità
Analisi critica del DDL governativo.

Gianluca Dradi

Da un lato il “non parere” del CSPI, dall’altro il “Codice etico”

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Nuove Indicazioni Nazionali 2025: il CSPI palesa le molte criticità ma, contrariamente al suo solito e a quel che sarebbe il suo compito istituzionale, non esprime alcun parere, lasciando le Indicazioni a penzolare nel vuoto. Nella votazione finale, il Consiglio ha ritenuto, a maggioranza, di non pronunciarsi né a favore né contro, rimandando le proprie valutazioni alle osservazioni e proposte contenute nel testo predisposto e inviato al Ministro. Si è verificata, quindi, una situazione anomala che non si può non leggere come un cedimento al MIM dei poteri del CSPI, a giudicare anche delle numerose e pesanti criticità rilevate in buona parte dei contenuti del testo e che disegnano un quadro preoccupante di illegittimità.

Quel che ci si aspetterebbe è che il MIM riesaminasse diligentemente la situazione che si è venuta a creare e tornasse ad analizzare il testo con a fronte i rilievi del CSPI e con la sincera intenzione di rivedere il tutto o, stante le difficoltà che si appaleseranno, di annullarlo.

Intanto, salutiamo con sana curiosità e sincero apprezzamento, l’intenzione del Ministero di produrre il “Codice etico” che conterrà le indicazioni di comportamento del personale scolastico in merito all’uso dei social media. Il codice, si comunica, è già stato sottoposto a una commissione di giuristi e sarà in linea con il già esistente “Codice di comportamento nazionale dei dipendenti pubblici”, già modificato nel 2023, al fine di evitare contestazioni sindacali o in ordine alla libertà di espressione.

Argomenti

Visite mediche collegiali ed utilizzazioni in altri compiti personale docente
Come muoversi rispetto agli adempimenti connessi agli accertamenti sanitari dell'inidoneità fisica all'impiego.
Luciana Petrucci Ciaschini

IPA Indice dei domicili digitali della Pubblica Amministrazione
La comunicazione digitalizzata tra e con le Pubbliche Amministrazioni inizia dall’IPA che identifica gli Enti pubblici e ne indica il domicilio digitale. Ecco come tenerlo aggiornato in base alle indicazioni dell’AgID.
Rosanna Baldassa

Le direttive che il Dirigente deve fornire al Direttore SGA per l'organizzazione dei servizi cui è preposto
Un adempimento propedeutico e necessario per la predisposizione del piano delle attività del personale ATA.
Rocco Callà

Il passaggio di consegne tra funzionari amministrativi
Il passaggio delle consegne in caso di cessazione dell'incarico è atto dovuto.
Carmelo Febbe Angelo Orsingher

La riforma della giustizia contabile e delle funzioni di controllo
“Una riforma libera tutti”. Considerazioni sul Disegno di legge “Foti”

Editoriale di Anna Armone
Direttore Responsabile

La scuola italiana è inserita fra le amministrazioni pubbliche sottoposte al regime dei controlli, ma soprattutto tutti i dipendenti scolastici, dal dirigente al collaboratore scolastico sono passibili di giudizio davanti alla Corte dei conti per responsabilità amministrativa. Ed è su questa parte della riforma della Corte dei conti(1) che mi soffermerò.

Nel corso del periodo pandemico la responsabilità erariale per colpa grave è stata “sospesa” per facilitare l’azione delle Amministrazione in un periodo di grave difficoltà operativa. Infatti, l’art. 21 del d.l. n. 76 del 2020 prevedeva per la prima volta il cosiddetto “scudo erariale”, escludendo la responsabilità per colpa grave dei funzionari pubblici e introducendo, invece, ipotesi di responsabilità omissiva. Tale previsione è stata più volte rinnovata, nel periodo 2021-2023, per la necessità di favorire la spesa delle risorse del PNRR e per accelerare l’azione amministrativa. Da ultimo in occasione del rinnovo il legislatore ha fatto espresso riferimento alla necessità di “riformare la responsabilità erariale” con uno complessivo intervento di sistema.(2)

EDITORIALE Ivana Summa

On ne change pas l’école par décret
Le radicali trasformazioni del mondo nel quale  viviamo, che contiene chiari segni delle future e ancora più rapide trasformazioni,  esigono altrettanti radicali cambiamenti nei nostri modi di ri-pensare tutti gli ambiti della società: l’economia, l’occupazione, la comunicazione, la cultura, la scuola, la salute, l’ambiente.

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: l’attualità

L’esame di “maturità” come rito di passaggio: una lettura pedagogica tra competenze personali e cittadinanza attiva Andrea Porcarelli

Considerazioni sugli esami di maturità Gian Carlo Sacchi

A scuola di presente e di futuro: l’importanza delle competenze socio-emotive Eva Raffaella Nicolò

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: riflessioni

La riforma della giustizia contabile e delle funzioni di controllo
Editoriale: di Anna Armone

La scuola italiana è inserita fra le amministrazioni pubbliche sottoposte al regime dei controlli, ma soprattutto tutti i dipendenti scolastici, dal dirigente al collaboratore scolastico sono passibili di giudizio davanti alla Corte dei conti per responsabilità amministrativa. Ed è su questa parte della riforma della Corte dei conti che mi soffermerò.

Il difficile percorso del PNRR per il settore dell’istruzione di Renato Loiero

L’Europa dei diritti di Licia Califano

Il sistema di istruzione in Europa: la Germania di Maurizia Maiano

On ne change pas l’école par décret

Editoriale di Ivana Summa

Le radicali trasformazioni del mondo nel quale  viviamo, che contiene chiari segni delle future e ancora più rapide trasformazioni,  esigono altrettanti radicali cambiamenti nei nostri modi di ri-pensare tutti gli ambiti della società: l’economia, l’occupazione, la comunicazione, la cultura, la scuola, la salute, l’ambiente. Esigenze  che  oggi sono  espresse ed intercettate  in forme  molto confuse e contraddittorie, tanto da generare un’incertezza  del tutto nuova e particolare perché  i modi di pensare restano, nonostante tutto, ancorati a quelli del passato. È paradossale, ma sta accadendo che si vogliono affrontare fenomeni nuovi e problemi vecchi negando le evidenze che la realtà ci mostra in tutta la sua crudeltà e cercando le soluzioni nel passato che appare perfetto e rassicurante. La lezione della pandemia di Covid 19 non è stata di nessuna utilità? Abbiamo dimenticato quanto ci è stata utile la tecnologia che ci ha consentito di continuare a lavorare, a studiare, ad avere relazioni; ha rinnovato lo spirito di sacrificio e di impegno, mobilitando le competenze professionali distribuite in tutto il mondo attraverso collaborazioni a diversi livelli. Tutti, specie  gli esperti e i politici, sembrava avessero capito che, passata l’emergenza, era necessario implementare innovazioni di sistema in grado di affrontare un futuro che appariva e continua ad apparire  sempre più inatteso e distopico. Le utopie, qui intese come ideali di un futuro migliore, non sono più di moda e, a quanto pare, è passata in subordine l’idea e la pratica di una via democratica alla visione del futuro, che si realizza come partecipazione consapevole a cambiamenti necessari.

Argomenti

Il pagamento dei compensi del mof a.s. 2024/2025. Gli adempimenti delle segreterie scolastiche
Maria Rosaria Tosiani

PNRR a costi semplificati: indicazioni per l’invio delle rendicontazioni
Indicazioni pratiche per la gestione in piattaforma FUTURA PNRR dell’invio della rendicontazione intermedia e finale dei progetti PNRR a costi semplificati.
Rosanna Baldassa

I chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate sulle detrazioni fiscali
Il riordino delle detrazioni fiscali e le detrazioni delle spese scolastiche per l'istruzione dei figli.
Marta Brentan

Pagamento delle ferie non godute al personale a tempo determinato
La normativa pone a carico del datore di lavoro l’onere di assicurarsi che il lavoratore sia messo in condizione di esercitare il diritto alle ferie retribuite. Modulistica e adempimenti.
Raffaella Scibinico

Il ritorno delle Nuove Indicazioni Nazionali

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Eccola di nuovo la bozza delle "Indicazioni Nazionali per il curricolo - Scuola dell’infanzia e Scuole del Primo ciclo di istruzione", rivista e trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il prescritto parere. “Il nuovo testo” - si avverte - è meno ‘tecnico’, più breve, chiaro e fruibile da parte di un pubblico allargato che potrà cogliere con esplicitezza i capisaldi culturali delineati nel progetto delle Nuove Indicazioni Nazionali”.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, conferma che si tratta di “riforma pensata per i nostri giovani, per abituarli ad esprimersi correttamente, ad essere chiari, a saper ragionare, a sviluppare creatività e sensibilità. Per imparare meglio la matematica. Per conoscere la nostra storia e, dunque, avere un’identità. Per conoscere la geografia e il mondo in cui vivono”.

Per dovere di cronaca riportiamo le “Diverse innovazioni introdotte”:

Argomenti

Il ritorno delle Nuove Indicazioni Nazionali
Eccola di nuovo la bozza delle "Indicazioni Nazionali per il curricolo - Scuola dell’infanzia e Scuole del Primo ciclo di istruzione", rivista e trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il prescritto parere. “Il nuovo testo” - si avverte - è meno ‘tecnico’, più breve, chiaro e fruibile da parte di un pubblico allargato che potrà cogliere con esplicitezza i capisaldi culturali delineati nel progetto delle Nuove Indicazioni Nazionali”.
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Il destino della leadership scolastica
Riflessioni sul ruolo strategico e condiviso del dirigente scolastico tra burocrazia, autonomia incompiuta e sfide della leadership partecipativa.
Michela Lella

Il riferimento normativo principale è il Decreto Legislativo n. 62 del 2017, che disciplina le modalità di svolgimento dell’Esame di Stato. Le date fondamentali per il 2025 sono:

  • 16 giugno: insediamento delle commissioni alle ore 8:30.
  • 18 giugno: prima prova scritta nazionale (italiano).
  • 19 giugno: seconda prova scritta.
  • Seguiranno i colloqui orali, calendarizzati a livello locale, dopo la riunione plenaria.

Le commissioni sono miste, composte da:

  • 3 commissari esterni
  • 3 commissari interni
  • 1 presidente esterno

Ogni commissione esamina due classi, anche appartenenti a istituti diversi. Il 16 giugno, durante la riunione plenaria, vengono definiti:

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato l’ordinanza con cui vengono stabilite le date ufficiali relative al calendario scolastico nazionale per l’anno 2025/2026, comprese le festività riconosciute su tutto il territorio e le scadenze degli esami di Stato.

La prima prova scritta dell’esame di maturità è fissata per giovedì 18 giugno 2026 alle ore 8.30. La prova suppletiva si svolgerà mercoledì 1° luglio 2026.

Per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, l’esame di Stato si svolgerà tra la fine delle lezioni e il 30 giugno 2026, secondo i calendari definiti dalle singole scuole.

Anche per gli adulti iscritti ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) sono previste due modalità di svolgimento degli esami: la sessione ordinaria si terrà entro la fine dell’anno scolastico, mentre per chi ha concluso un percorso personalizzato entro il mese di febbraio 2026 è prevista una sessione straordinaria, da svolgersi nel periodo compreso tra il 2 febbraio e il 16 marzo.

L’ordinanza conferma infine le festività nazionali per il prossimo anno scolastico, tra cui il 1° novembre, l’8 dicembre, il 25 e 26 dicembre, il 1° gennaio, il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, oltre alle domeniche e alla festa del Santo Patrono. L’inizio e la fine delle lezioni restano di competenza delle Regioni.

 

 

Le misure relative al taglio del cuneo fiscale sono attribuite dal servizio NOIPA. Possibilità di rinuncia per i dipendenti non interessati

Maria Rosaria Tosiani

Per cuneo fiscale si intende la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i redditi dei lavoratori, dipendenti e autonomi.

Detto in maniera ancora più semplice: è la differenza tra quanto un dipendente costa all’azienda che lo assume e quanto lo stesso dipendente incassa, al netto delle tasse, in busta paga.

La legge 30/12/2024 n. 207 ha previsto il cd. taglio del cuneo fiscale che consiste nell’erogazione, da parte del datore di lavoro, di uno dei seguenti benefici fiscali da attribuire ai dipendenti in base al reddito complessivo annuo:

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Regolamento ANAC n. 126/2025 che disciplina l'accertamento dei requisiti e l'irrogazione delle sanzioni sulla qualificazione delle stazione appaltanti

Invio dei verbali delle elezioni RSU all'ARAN

Piattaforma Scuola Futura: creata nuova sezione “Risorse Didattiche”

La verifica della progettazione non può essere fatta da chi ha svolto il progetto

Il rinnovo del contratto è consentito soltanto se disposto prima della scadenza del contratto originario

Il Garante privacy di no alla geolocalizzazione dei dipendenti

Pubblicata una guida dell'INPS su diritti e tutele per le malattie oncologiche

Con il nuovo numero di Dirigere la scuola  Antonietta Di Martino e Paolo Pieri ci propongono l’analisi del “ Il nuovo Accordo Stato Regioni sulla formazione per la salute e sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro pubblica
to nella Gazzetta ufficiale n. 119 del 24 maggio 2025”. Questo accordo sancisce l’obbligo della formazione per i dirigenti scolastici in qualità di datori di lavoro in materia di salute e sicurezza. Il nuovo accordo prevede che i datori di
lavoro possano organizzare direttamente i corsi di formazione sulla sicurezza nei confronti dei propri lavoratori, preposti e dirigenti, rivestendo il ruolo di soggetto formatore. Quindi, le Istituzioni scolastiche possono organizzare tali corsi per il proprio personale e per gli studenti, ed i Dirigenti Scolastici, nella loro qualità di ‘datori di lavoro’, possono scegliere di svolgere il ruolo di ‘soggetto formatore’ o di affidarlo all’esterno.

La Casa Editrice Euroedizioni Torino organizza un corso in video conferenza sincrona sulla sicurezza per i datori di lavoro del comparto scuola in confor mità all’obbligo previsto dal nuovo Accordo Stato/Regioni del 17 aprile 2025. Il corso avrà la durata di 16 ore. Sono previste 2 lezioni di 2 ore e 4 lezioni di 3 ore. Il corso si svolgerà con l’inizio del prossimo anno scolastico e le date saranno calendarizzate nei mesi di ottobre/novembre. Le lezioni saranno tenute dalla D.ssa Antonietta Di Martino e Ing. Paolo Pieri.  La quota di partecipazione al corso è stabilita in 200,00 euro. Nel costo del corso è compreso il rilascio dell’Attestato a norma di legge, una copia del manuale a cura di Di Martino e Pieri: SALUTE e SICUREZZA nella SCUOLA - Guida tecnica e strumento per adempiere agli obblighi e organizzare la sicurezza Euroedizioni Torino 2023, in più l’accesso alla modulistica in forma to digitale collegandosi al sito www.euroedizioni.it/modulistica-sicurezza.Per iscriversi è sufficiente inviare a direttore@euroedizioni.it i propri dati (nome, cognome, scuola di servizio e indirizzo mail). A coloro che effettueranno l’iscri zione sarà inviato il link di collegamento al webinar. • Bonifico: CODICE IBAN IT85 D07601 01000 000035368109 • Buono Carta del docente Inviare copia della ricevuta di pagamento via mail a direttore@euroedizioni.it Per le scuole se desiderano la fattura inviare ordine con codice CIG e UNIVOCO Per ragioni organizzative saranno accettate le prime 50 iscrizioni. Per ogni altro chiarimento inviare una email a direttore@euroedizioni.it

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Il pagamento dei compensi dei progetti pon e pnrr. Gli adempimenti delle segreterie scolastiche
Raffaella Scibinico

ANIST Anagrafe Nazionale dell’Istruzione: la piattaforma utile alle segreterie scolastiche
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La modifica del contratto di appalto in corso di esecuzione
L’istituto della modifica del contratto in corso di esecuzione costituisce lo strumento giuridico attraverso il quale la Pubblica Amministrazione soddisfa l’interesse pubblico di adattamento del contratto concluso alle necessità sopravvenute.
Alessandro Barone

La riforma dell'IRPEF - Le indicazioni operative dall’Agenzia delle Entrate per i sostituti d'imposta
Maria Rosaria Tosiani

Rivista mensile di Formazione e Aggiornamento professionale e culturale per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado

Editoriale  di Ivana Summa e Luciano Lelli

L’itinerario della valutazione nel sistema scolastico italiano

In questo numero di FARE L’INSEGNANTE viene in egemonia messa a fuoco una tematica al momento di primaria attualità e in costante ampliamento di attenzione, quella della valutazione di sistema e del personale. Nel prossimo numero l’indagine verterà, nel contesto tracciato nella corrente circostanza, sui più recenti sviluppi e consapevolezze fondative del versante della valutazione di consuetudine più storicamente datata e generalmente praticata, la valutazione didattica, cioè dei processi e degli esiti di apprendimento conseguiti dagli allievi.

Non è probabilmente priva di utilità la delineazione a grandi linee delle soluzioni adottate lungo il percorso evolutivo della scuola italiana in merito alla questione della valutazione, propedeutica alle trattazioni polivalenti e approfondite contenute negli articoli riservati al menzionato argomento.

Per svariati decenni l’esclusiva modalità di valutazione messa in opera è stata quella concernente le prestazioni d’apprendimento degli alunni, largamente lasciata per quanto riguarda i criteri, la tempistica, le modalità attuative alla spontanea iniziativa degli insegnanti, con prevalenza inevitabile (non necessariamente di segno negativo) di apprezzamenti fondati sull’intuizione, di impronta per lo più impressionistica.

L’amministrazione scolastica, in quella protratta temperie, pretendeva che si procedesse, a scansioni intermedie e finali (trimestre o quadrimestre, intero anno scolastico), alla formulazione d’una valutazione designabile di tipo sommativo, caratterizzata dalla circostanza d’essere di connotazione sintetica (riferita cioè all’intero programma di ogni disciplina oggetto d’insegnamento, a prescindere dalla sua polivalenza e complessità. Tale valutazione era agita esclusivamente all’interno del sistema scolastico, da parte di ogni insegnante o consiglio di classe, senza accettazione di interferenze; si avvaleva di un rituale strumento di formalizzazione e comunicazione, la pagella.

Il rigido e a suo modo robusto apparato è stato messo in discussione dal 1978, per la scuola primaria e secondaria di I grado, dall’entrata in scena della legge 517/1977, una delle norme più illuminate e di maggiore forza innovativa intervenute a implementazione del sistema scolastico italiano. Tale legge ha innescato una serie di cambiamenti di cospicua rilevanza: transito da una valutazione di tipo sintetico a una di tipo analitico, implementazione della pratica valutativa dal connotato sommativo all’inclusione d’una rilevante caratterizzazione formativa, articolazione cronologica della valutazione (iniziale, in itinere, finale), distinzione tra controllo degli esiti e apprezzamento dei processi di apprendimento,... .

Le innovazioni accennate negli anni a seguire non sono state istituzionalizzate in modi armoniosi e condivisi: endemici anzi e spesso aspri sono stati i travagli attuativi, le resistenze, le contrapposizioni, tanti e tali da comportare molteplici interventi di revisione, reimpostazione, semplificazione delle procedure da parte del ministero dell’istruzione. Si può sostenere che la ricerca nel merito, per il reperimento di soluzioni di valutazione efficienti, efficaci, non dispersive, rispettose del carattere precipuo dell’istituzione scolastica che è la formazione integrale degli allievi sia tuttora in corso, anche dopo le sanzioni normative apportate dalla legge 107/2015 e dal decreto legislativo da essa desunto (quello recante il numero identificativo n. 62/2017).

La reimpostazione delle procedure di valutazione sopra tratteggiata ha comportato un notevole allargamento del campo di interesse e attenzione: è stato, non senza riluttanze e resistenze, riconosciuto che esiste un nesso, seppure problematico e non meccanico, tra processi ed esiti di apprendimento degli allievi e qualità delle prestazioni degli insegnanti; è apparso con progressiva evidenza che il buon conseguimento degli obiettivi istituzionali da parte dell’apparato scolastico nazionale (conoscenze, competenze, attitudini relazionali adeguate per tutti gli scolari e gli studenti e per ciascuno di essi) è assai condizionato dal funzionamento di tutti gli organismi coinvolti nell’attuazione dell’impresa formativa (istituti scolastici, uffici provinciali, uffici scolastici regionali, ministero dell’istruzione, enti preposti a ricerca e formazione (INDIRE) e a iniziative di valutazione (INVALSI), enti locali,... .

Per quanto concerne la valutazione del personale docente già negli Anni Novanta del secolo scorso, con una buona dotazione teorica di riferimento, ci si prefisse(da parte dell’allora ministro dell’istruzione) d’avviare una sistematica azione di autocontrollo e di controllo delle qualità professionali degli insegnanti: l’esito fu un flop clamoroso e totale, determinato dall’opposizione recisa e scandalizzata della categoria dei docenti (in quanto entità collettiva, a prescindere dall’orientamento dei singoli), sostenuta, con manifestazione di un rilevante sostrato di stoltezza e di inconsapevolezza, dai mezzi di comunicazione di massa. Il proposito venne in fretta e furia accantonato e per un certo numero d’anni la questione dell’apprezzamento della qualità delle prestazioni professionali dei docenti non venne rimessa al centro dell’attenzione.

Ma la questione non poteva indefinitivamente venire elusa, considerata la sua intrinseca rilevanza funzionale: di recente è pertanto tornata in scena, entro il processo riformatore incentrato nella legge 107/2015: in modalità alquanto cautelosa però, tutta affidata all’iniziativa delle scuole autonome; perché tale soluzione è appropriata, ma anche, forse, per non enfatizzare più di tanto detto sviluppo, memori i gestori del sistema scolastico del grave incidente di percorso in cui ci si invischiò negli Anni Novanta, quando ci si prefisse di affrontare la tematica della valutazione del personale con atteggiamento perentorio e polivalente.

E la valutazione di sistema propriamente detta? Come essa viene attualmente intesa e praticata, lo evidenziano i contributi che in questo numero della rivista ne trattano in una pluralità di prospettive. Qui, sempre in aderenza al taglio cronologico e storico assunto, si evidenzia che una espressione della valutazione di sistema intervenuta da anni ormai, forse anche con accentuazione esagerata, riguarda l’integrazione della tradizionale valutazione didattica interna con una sempre più pervasiva valutazione esterna, gestita da fattori nazionali (INVALSI) e internazionali (OCSE-PISA, TIMSS, IEA PIRLS,…).

Come non di rado succede in Italia, nel merito della valutazione esterna è intervenuto da protagonista un consueto atteggiamento antinomico: per tempo protratto rifiuto scandalizzato della stessa, quindi cedimento alla sua invadenza, tale per cui, in molteplici realtà scolastiche, non si adoperano, per esempio, le prove INVALSI quali strumenti per calibrare al meglio le proposte formative ma le si metamorfizza a fini seccanti da perseguire, mediante asfissiante preparazione degli allievi al loro superamento (anche avvalendosi al riguardo, di specifici testi sfornati ad hoc dall’editoria scolastica!).

La valutazione di sistema in sé si può sostenere che, pur adeguatamente percepita nella sua configurazione teorica e operativa, non agisce però in maniera diffusa, al momento, incentrata presso che in esclusiva nelle istituzioni scolastiche di base, da qualche anno (secondo quanto sancito a partire dal DPR 28 marzo 2013, n. 80) tenute ad assecondare un complesso apparato appunto valutativo, sfociante nell’approntamento del Rapporto di autovalutazione e nella predisposizione del Piano di miglioramento. Gli organi sovraordinati però (MIUR, INDIRE e INVALSI, USR e Uffici Scolastici Provinciali), co-agenti della valutazione di sistema delle scuole, non indirizzano su se stessi la medesima attenzione circa la qualità del loro funzionamento.

L’intenso, progressivo interesse riversato sulla valutazione (di sistema e didattica) è pertinente, concorre al miglioramento degli apprendimenti, delle scuole e del sistema complessivo? Sì, in termini generali: a condizione che non si pervenga a condizionamenti estremistici. La valutazione ha una quasi esclusiva funzione di servizio, è strumento, non un valore in sé. Una formulazione ormai molto datata raccomandava che occorre conoscere per valutare. Integrandola si può sostenere che bisogna valutare per formare, evitando con ogni cura di formare (insegnare) per valutare. Come rischia di accadere ai non pochi insegnanti e alle scuole posseduti dall’ossessione delle prove di verifica, da parte dei quali non si dà luogo a motivanti, spontanei, gioiosi insegnamenti/apprendimenti, ogni attività svolta essendo prodromica al controllo puntiglioso della stessa in ottica di giudizio pervasivo e non amichevole. X

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